Inaugurato il 6 dicembre 2008, il Museo trova collocazione nell’edificio che, all’ingresso del paese, un tempo ospitava il magazzino del villaggio minerario, composto da numerosi altri fabbricati di cui oggi non rimane quasi traccia; in seguito alla liquidazione dell’Azienda Carboni Italiani (A.Ca.I.) disposta nel 1956, i vari impianti logistici sono stati infatti smantellati e si è posto fine allo sfruttamento del giacimento minerario.
Venutasi a creare in concomitanza con i lavori di sistemazione del sito minerario grazie all’apporto di ex minatori e di loro familiari, la ricca collezione rende testimonianza dell'evoluzione del sito minerario fino al periodo di sua massima espansione e dei suoi processi produttivi; tra i numerosi reperti esposti, i contributi più sostanziosi provengono dal fotografo Luigi Gardel, che ha messo a disposizione varie sue fotografie e materiale appartenuto al perito minerario Massimo Mocci, e dal signor Rinaldo Raber che, avendo lavorato per molti anni alle dipendenze dell’A.Ca.I., ha conservato una preziosa serie di documenti ed oggetti legati alle attività dell’Ufficio Tecnico dell’epoca, ed ha raccolto i suoi ricordi in due libri nei quali descrive minuziosamente le vicende della Miniera di Cludinico e del locale sfruttamento del carbon fossile.
Si è così potuto creare un percorso ideale organizzato a sezioni tematiche che consente ai visitatori di prendere coscienza dell’intero processo produttivo, dalla rappresentazione dei livelli di affioramento ai reperti dei carotaggi effettuati con le sonde Swenska, dai sistemi di avanzamento in galleria al brillamento delle mine, dagli attrezzi usati per l’estrazione del carbone, alla fucina ed all’attrezzatura della falegnameria; un apposito spazio è dedicato alla vita negli alloggiamenti ed al tempo libero dei minatori, molti dei quali provenienti anche da fuori regione. Ben rappresentati sono inoltre gli strumenti utilizzati per i rilievi topografici, le lampade a carburo di cui si servivano i minatori, l’oggettistica dell’Ufficio Tecnico e la bibliografia d'epoca dedicata al mondo delle miniere. È qui impossibile elencare tutti i cimeli esposti.
La sede del Museo funge da punto di partenza per l’escursione all’interno della ex Miniera Creta d'Oro (facente parte assieme alla Vareton e Rio Malon dell’intero complesso minerario di Cludinico), riscoperta dalla compianta guida naturalistica Michele Covassi; si tratta di un interessante tuffo nel passato, che lascerà un ricordo indelebile in quanti avranno l’opportunità di poterla visitare: percorrendo il dedalo di gallerie ora illuminate e messe in sicurezza, muniti di casco e pila, si potranno identificare le vene di carbone ancora presenti, capire le varie fasi del processo estrattivo ma anche ammirare le sorprendenti concrezioni che si sono formate nell’arco di un cinquantennio.
Per maggiori informazioni e prenotazioni: www.minieradicludinico.it
La miniera di Cludinico di Ovaro è facilmente raggiungibile da Trava: in autovettura dista 8 km oppure a piedi o in mountain bike attraverso una strada forestale, con un percorso di pochi kilometri, che collega Trava a Cludinico immersi in un bel contesto naturalistico .